Doverosa premessa, tanto per chiarire che non faccio un discorso di parte: ho dato lezioni private solo per qualche anno, all'inizio dell'Università, non tanto per guadagnare, ma soprattutto perché ho sempre perseguito un obiettivo: l’ insegnamento. Da allora ne è passata acqua sotto i ponti…

Prendo spunto da un articolo a firma Gianluca Baldini dal titolo: “Ripetizioni: al Nord sono più care.” Due dati esemplificativi dicono che le materie scientifiche a Milano costano in media 23 € la lezione, le umanistiche circa 12,50 €, mentre a Napoli rispettivamente 10,50 € e 5,50 €. Trovo strani questi prezzi, mi sembrano troppo bassi. Se fossero veri, starebbero a rappresentare una “svendita” della professione insegnante. Se fossero più alti, diciamo il doppio, ci sarebbe comunque da riflettere. Ma come? Io vengo da te, otorino, dentista, ingegnere, architetto, avvocato e simili. Ti sborso cifre blù (spesso senza ricevuta), e tu che fai? Mi mandi tuo figlio a ripetizione e mi dai 5, 50 € o 10,50 € per un’ ora e più di lezione?. Ma tu, come sei diventato professionista? Non sei forse uscito da quella stessa scuola che paga agli insegnanti un misero stipendio?

Tutti i genitori, comunque, seguono criteri paradossali: regalano al pargolo sofisticati gingilli tecnologici, motorini, auto, vacanze, pratiche sportive, divertimenti di ogni tipo e poi storcono il naso di fronte alle richieste di un prof per le ripetizioni. La cosa che mi sconvolge, poi, e che credevo superata, riguarda le lezioni private ai bambini delle Elementari. In quei lontani anni di cui in premessa, la maggior parte dei genitori aveva solo la licenza elementare o al massimo quella di III Media, e trovava difficoltoso aiutare i bambini. Oggi la maggior parte ha conseguito un diploma delle Superiori e mi sembra strano che abbia le medesime difficoltà. Credo che si tratti di persone impegnate nel lavoro, non voglio pensare a una forma di pigrizia che spinga a delegare ad altri il controllo dei compiti a casa. Ma c’è da riflettere anche per gli scolari più grandi. Capita che certe materie risultino ostiche. Prendiamo la Matematica, spauracchio di ogni generazione. Personalmente sono un esempio vivente di odiatrice di matematica e, di riflesso, dei relativi insegnanti. Subito dopo la scuola, mi sono accorta che in realtà trovavo facile capire certi processi da cui mi ritenevo estranea. E ho capito anche che, a parte esista in ognuno di noi una tendenza più spiccata verso le materie scientifiche o quelle umanistiche, una buona dose di responsabilità è dovuta a quei docenti che ti fanno scontrare con operazioni, equivalenze, teoremi, e tutte le altre diavolerie aritmetiche e geometriche senza una previa illustrazione delle funzioni e dei processi mentali che quelle discipline possono innescare. Sparati così, senza un perché, quel mare di numeri ti fa credere, come dice Venditti, che “la matematica non sarà mai il mio mestiere”. E non è assolutamente vero! Perché una sarta, un muratore, un cassiere, un tecnico qualsiasi si troverà, prima o poi, a confrontarsi con un metro, e scoprirà che un centimetro può rivelarsi essenziale ai fini di un buon risultato del proprio lavoro. In questo caso, ben vengano le lezioni private, e non si faccia gli spilorci, se il prof riesce a non far perdere un anno di scuola, cosa che corrisponde a un anno in meno di lavoro.

 L’ esempio delle altrui responsabilità vale anche per le altre materie, naturalmente. Ma… c’è un ma…Il ragazzo svogliato. Avete presente? Quello del ritornello “Suo figlio è intelligente ma non s’ impegna”. Quanti di voi l’hanno sentito? E quante volte? Questo sfaticato non merita che voi spendiate denaro. Questo va inchiodato alla sedia, col monito: se non studi, e non migliori, se ti fai dare il debito o peggio ti fai bocciare, col cavolo che ti compro il telefonino, il tablet, la vacanza in Thailandia o ad Amsterdam, il patentino, la patente e i relativi veicoli! Perché, diciamocela tutta: sono tempi magri per lo studio, questi. A proposito di debiti: li trovo semplicemente ridicoli. Ma come, un alunno per un intero anno scolastico studia poco e male, riporta un risultato finale insufficiente e solo grazie a un debito, da assolvere nel giro di qualche settimana, diventa un genio? Per quanto mi riguarda ho dato debiti solo in due casi, anche perché sapevo che non avrei partecipato alla “riparazione”. La prima volta per punire una classe intera (Superiori) che si ostinava a non studiare e che mi terrorizzò con il termine “scquola” dell’ultimo compito in classe. La seconda per punire un simpaticissimo ragazzo che per un anno intero non portò mai i libri di Italiano e Storia, che non studiava mai ma che era il più lesto nel capire le spiegazioni di classe. Eh, no, bello mio, in estate quei libri li dovrai prendere! Ecco.

Vorrei narrarvi anche del rapporto tra genitori e scuola, ma ora è tardi, Vi do appuntamento a Lunedì 11, sempre su queste pagine web.  A presto.

 

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