Capri è un’isola incantevole, simbolo di bellezza mediterranea e di esclusività. Ma vivere in paradiso ha un prezzo, e non tutti possono permetterselo.
Il costo della vita sull’isola è nettamente superiore alla media italiana: affitti, generi alimentari, ristoranti, servizi artigianali e professionali hanno prezzi che rispecchiano un’economia turistica di lusso, più che una realtà quotidiana per i residenti.
Tuttavia, il reddito medio di chi lavora a Capri è ben lontano dai livelli “da jet set”.
Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze (2023), il reddito medio dichiarato nel Comune di Capri è di circa 31.853 euro lordi all’anno, poco più di 2.650 euro al mese. Una volta detratte imposte e contributi, il reddito netto medio di un lavoratore dipendente si aggira intorno ai 1.500–1.700 euro mensili, spesso per soli 8–9 mesi all’anno, a causa della forte stagionalità del lavoro.
In confronto, il reddito medio netto in Italia è di circa 1.650 euro al mese (fonte: ISTAT 2023). Ma a Capri il potere d’acquisto reale è inferiore, poiché il costo della vita è sensibilmente più alto: affitti, beni e servizi costano in media dal 20% al 40% in più rispetto alla terraferma campana.
Costo della vita e potere d’acquisto: due facce della stessa medaglia
Il costo della vita indica quanto si spende per i beni e servizi essenziali;
il potere d’acquisto misura invece quanto si può realmente comprare con un certo reddito.
Quando i prezzi crescono ma gli stipendi restano fermi, il potere d’acquisto si riduce — e questa è la realtà quotidiana di molti capresi.
In Italia i salari medi reali, corretti per l’inflazione, sono fermi da oltre vent’anni, mentre in paesi come Svizzera, Germania o Francia sono cresciuti del 20–30%. Le cause sono note: scarsa produttività, politiche industriali inefficaci, evasione fiscale, bassa innovazione tecnologica e un mercato del lavoro frammentato.
Capri contro Lugano: due mondi vicini, due economie lontane
Per capire la distanza economica, basta un confronto simbolico con Lugano, in Svizzera italiana — altra località turistica di lusso, ma con un sistema salariale e fiscale completamente diverso.
Secondo il sito Numbeo (dicembre 2023):
| Indicatore | Lugano | Capri* |
|---|---|---|
| Indice del costo della vita (escl. affitto) | 120,0 | ~87,0 |
| Indice degli affitti | 48,4 | ~29,0 |
| Indice del costo della vita con affitto | 85,8 | ~59,0 |
| Reddito medio mensile netto | € 4.880 | € 1.500 |
*Valori stimati sulla base di Napoli e del costo medio di beni e servizi a Capri.
Il costo della vita a Lugano è più alto, ma il reddito medio lo è quasi tre volte tanto.
In termini di potere d’acquisto reale, un lavoratore di Lugano può permettersi circa il triplo dei beni e servizi di un lavoratore caprese.
Quale tenore di vita?
Per avvicinare il potere d’acquisto di Lugano, a Capri gli stipendi dovrebbero aumentare di circa +180%, oppure i costi — in particolare quelli abitativi — dovrebbero diminuire di almeno −40%.
Questo spiega perché, sull’isola, molti residenti riescano a vivere solo se:
-
hanno una casa di proprietà, evitando gli affitti proibitivi;
-
guadagnano più della media lavorando nel turismo o in attività autonome;
-
integrano con lavori stagionali o trasferendosi altrove d’inverno.
Un’isola splendida, ma fragile
Capri resta un luogo unico, ma anche un laboratorio sociale dove la forbice tra ricchezza e precarietà è più visibile che altrove.
Molte aziende pretendono dall’isola profitti altissimi ogni estate, ma investono poco per allungare la stagione o migliorare le condizioni dei lavoratori. I prezzi salgono, gli stipendi restano fermi, e chi vive qui tutto l’anno spesso si trova stretto tra turismo di lusso e salari da sopravvivenza.
Finché non si troverà un equilibrio tra valore turistico e dignità economica, Capri resterà sospesa tra due realtà: un paradiso per chi arriva, un sacrificio per chi resta.
