Un film di: Stanley Kubrick. Con: Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter, Margaret Tyzak, Robert Beatty, Sean Sullivan, Douglas Rain, Frank miller, Bill weston, Ed Bishop, Glenn Beck, Alan Gifford. Genere: fantascienza. Durata: 141 min. Produzione: Usa, Gran Bretagna. Uscita: 1968.

"Una svolta nel cinema di fantascienza: nei modi asettici di un documentario scientifico, Kubrik racconta una favola apocalittica sul destino dell'umanità. Continua ad essere il film più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale" (Morandini)

Questa è solo una delle recensioni di un film che è lodato unanimemente dalla critica tutta come un'opera d'arte di valore inestimabile.

Io, Sergio Beone, ne ho, invece, una opinione profondamente diversa.

Il mio rapporto con questo film è particolare.

Una sera di qualche anno fa decisi di vedere 2001: Odissea nello spazio, ma, ahimè, mi addormentai alla fine della famosissima scena degli scimmioni. Ho cercato più e più volte di arrivare al termine del film ma invano.

Ho sempre preso sonno, perfino quando iniziai la proiezione alle cinque del pomeriggio (orario strategico tra la botta di sonno post-pranzo e la stanchezza serale). Crollavo sempre per la lentezza esasperante di alcune scene, le musiche concilianti il sonno, la non-comprensione di concetti filosofici proposti in maniera ermetica, i minuti (che sembravano ore) in cui non vi era l'ombra di un dialogo, la voce metallica del computer che si impadronisce della navicella.

Sono quindi giunto alla conclusione che ogni recensione che si rispetti nel parlare di 2001 debba prendere le mosse da una considerazione fondamentale ed assolutamente oggettiva:

2001: Odissea nello spazio è il film più palloso della storia del cinema.

Scrivo un commento così perentorio perchè sono dalla parte di coloro (milioni di persone) che, da quasi cinquant'anni a questa parte, hanno pensato, almeno una volta, mentre guardavano il film: "Che palla mostruosa", o "Chi cazzo me lo ha fatto fare" pensando, con rimpianto, a quante cose avrebbero potuto fare quel giorno:

  1. Fare all'amore con moglie-ragazza-donna non meglio identificata o identificabile.

  2. Andare in un qualunque posto, persino in un museo d'arte contemporanea.

  3. Farsi vattere da qualcuno.

  4. Drogarsi.

  5. Suicidarsi.

Ma tutti sappiamo che il mondo è vario per modi di pensare, di essere, di vivere.

Quindi sono disposto a credere che esista gente che ha goduto fino in fondo visionando il suddetto film. Queste persone non vanno ghettizzate ma aiutate, e soprattutto questa loro attitudine al martirio va incanalata. Perciò consiglio loro qualche film che si trovi sulla stessa lunghezza d'onda di Odissea.

 

  • Storia di un casellante autostradale: Qui si racconta, in presa diretta, la giornata di un indefesso lavoratore e dei dialoghi profondissimi e densi di pathos che dal suo gabbiotto intrattiene con gli autisti.

  • La mossa: Telecamera fissa su un giocatore di scacchi, che riflette per due ore e mezza sulla mossa(di qui il titolo) giusta da farsi.

  • La verruca: Storia di un ragazzo che tenta un approccio galante parlando per 85 minuti dei suoi problemi con i porri.

  • L'implacabile: La biografia della lumaca Jepp, campione del mondo di lotta tra lumache.

 

Sperando di essere stato d'aiuto ai veri fan di 2001, il vostro Sergio vi saluta.

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