Già è stato detto che i soldi non fanno la felicità, che non si possono portare nella tomba e che quando avremo distrutto tutta la natura scopriremo che nemmeno si possono mangiare...

I soldi sono un simbolo per riassumere la ricchezza di una nazione e sono strumento per semplificare gli scambi in un' economia. Se riflettiamo non sono gli unici simboli che ci circondano nel quotidiano che hanno un valore discutibile: parlo del rosario baciato dal politico razzista, i faraglioni raffigurati su una scatoletta di tonno, un cornetto portafortuna regalato da una zingara che ti malediceva fino a due secondi prima che cacciassi la moneta.

Siamo cresciuti come deficienti attaccati ai nostri simboli: qualcuno è attaccato ai soldi, qualcuno al modello di telefono, altri all'accessorio firmato, ai colori della squadra del cuore, al tricolore, al presepe, all'albero di Natale. E ci si litiga tra di noi per questi simboli come se non ci fosse un domani: guai se l'albero di Natale nella piazza del paese non è bello come quello dell'anno precedente.

Si è talmente focalizzati sui simboli in sé che si dimentica quello che rappresentano, quello che dovrebbero ricordarci ogni giorno. Dallo spazio dicono che il mondo si sta desertificando ad un ritmo impressionante, che l'Europa si sta desertificando, ma la preoccupazione nel quotidiano è se aumenterà o meno l'IVA, se salvano o no gli €80 di Renzi.

Ebbene se l'Europa diventerà un deserto, gli euro non varranno più un fico secco, anzi i fichi secchi ce li potremmo ancora mangiare, gli euro solo pulirci il c***. In quest'ottica al Quantitative Easing 2019 di Draghi possiamo dare questa lettura: il sistema é al collasso, pompiamo i soldi nell'economia nella speranza che qualcuno si inventi qualcosa, mal che vada abbiamo scherzato (miliardi di euro di oggi in caso di catastrofe ambientale domani valgono sempre zero).

Brucia un simbolo della cultura come la cattedrale di Notre Dame di Parigi e immediatamente il mondo si precipita per la ricostruzione, bruciano le foreste e il mondo ci mette un po' di tempo per capire cosa fare. Ci siamo totalmente sconnessi dalla natura quando noi siamo piccolissima parte di essa.

La nostra grande intelligenza di specie umana si è inceppata sui simboli. Senza esagerare rischiamo l'estinzione su questo pianeta perché abbiamo creato strutture sociali fondate su simboli e siamo incapaci di rinunciarvi. Una ragazzina con i capelli rossi sta girando il mondo cercando di svegliare le coscienze e molti l'hanno presa a modello, a simbolo. Sará che ci ricorda simpaticamente una versione moderna e ambientalista di pippi calze lunghe, sará che una ragazzina che lotta per l'ambiente é un'immagine piu' calda e romantica rispetto a dei freddi studi scientifici, ma Greta ci ripete quello che da anni gli scienziati cercano di farci capire con scarso successo mediatico. E' incredibile come anche sul nostro futuro ragioniamo per immagini e semplificazioni e come preferiamo talvolta i simboli alla vita stessa.

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