Come (mal)esposto nella doverosa premessa, persino chi, colpevolmente, è rimasto spiazzato, attonito, perplesso, basito, sgomento, dubbioso, scioccato, impietrito, a seguito della decisione della amministrazione anacaprese di “rompere i rapporti istituzionali”, osservando quell'uomo che, impavido ed incurante dei fischi e pernacchi dei soliti detrattori, presidiava il confine e tutelava la dignità ciammurra dagli oltraggi capresi, persino costui ormai non può non comprendere la giustezza di tale determinazione.

Amministratore caprese, il vento è cambiato, l’ora della riscossa è giunta.

Il 2 dicembre 2019 è stata scritta la Storia. Basta soprusi e sopraffazioni. Stavolta si è passato il segno. Ogni cittadino anacaprese dovrebbe dirlo chiaramente, senza paura, come insegna il nostro Primo Cittadino, in nome dell’amministrazione.

JE SUIS MOLTO INDIGNATO!

Il Sindaco Alessandro Scoppa, a nome dell’Amministrazione Comunale di Anacapri, comunicava alla cittadinanza tutta, “con forte rammarico” la “formale interruzione dei rapporti istituzionali con la amministrazione della città di Capri”. Le validissime argomentazioni poste a sostegno di tale determinazione sono fondate sugli “atteggiamenti di grave irresponsabilità politica”, posti in essere dalla amministrazione caprese, anche e soprattutto, in relazione alla questione funicolare. (n.d.r: per dovere di sintesi non era possibile riportare integralmente il sommo scritto, pertanto, si chiede venia per l’eventuale banalizzazione delle intollerabili offese ricevute dai nostri amministratori).

L’amministrazione è stata “costretta ad assumere un atteggiamento deciso per difendere sia i diritti connessi alla mobilità dell’isola di Capri sia quelli della nostra cittadinanza che, ancora una volta, viene pubblicamente offesa nella propria dignità”.

Mai fu detta cosa più giusta.

Anche io, da cittadino anacaprese, mi sento molto offeso e calpestato nella mia dignità.

Non se ne può più, troppo spesso abbiamo dovuto chinare il capo di fronte alla prepotenza caprese. Ma ora basta, finalmente inizia un mondo nuovo.

Ed allora, bisogna esprimere gratitudine all'attuale Amministrazione, che difende l’onore dei propri cittadini dai vergognosi attacchi di coloro che non riescono a comprendere il suo Giusto operato.

E non venga dato alcun peso a quanto affermato dagli stolti: cioè che, con assoluta coerenza, sin dalla presentazione della lista, l’attuale maggioranza caprese è stata ben chiara nei riguardi della funicolare.

E si vergognino i soliti sobillatori che ritengono, addirittura, che l’intervento anacaprese nelle elezioni capresi abbia esasperato la campagna elettorale, creando le condizioni per una futura difficile coesistenza delle due amministrazioni.

E non abbia alcuna voce chi ripete che, per colpa di una strategia di comunicazione pessima, l’importante questione funicolare è stata svilita e banalizzata, al punto che ormai si parla poco del merito della vicenda ed il dibattito è stato ridotto al racconto tragicomico di un Primo Cittadino, che, in nome dell'amministrazione, viene intervistato sul “confine” Capri/Anacapri e che, sempre in nome dell'amministrazione, non varca la frontiera per non entrare in territorio ostile.

Al rogo, poi, chi, banalmente, e senza addurre alcuna valida argomentazione, dice “n’agg sentite stronzate, ma come la rottura dei rapporti istituzionali…”.

Non merita, infine, nemmeno di essere riportata la maldicenza, detta sottovoce dai più gufi di tutti, che sussurrano che l’appoggio elettorale dell'amministrazione anacaprese porta semplicemente sfiga.

Nulla di più falso. Tutte cattiverie.

La verità è che quando vogliono metterti i piedi in testa, bisogna mostrare i muscoli.

Ormai, Anacapri può farcela anche da sola. E’ abbastanza grande per puntare i piedi, può andare avanti anche rompendo i rapporti istituzionali con l’unico altro Comune isolano.

Anche a costo di sacrificare – o mettere in secondo piano - “argomenti di grande valenza e di interesse comune che le due Amministrazioni dovrebbero trattare congiuntamente al fine di ottenere risultati soddisfacenti”.

Eh si, sono tanti gli argomenti sul tavolo: il Parco Marino, i collegamenti marittimi, il traffico su gomma, il problema ospedaliero, etc. etc.

Temi delicati e decisivi per il futuro di Capri, per carità, ma mai così vitali come la funicolare o così importanti come la salvaguardia della dignità dei cittadini.

Se ne convinca anche il più ottuso: la rottura dei rapporti con il vicino caprese è stata decisione saggia. Non c’era altra strada, bisognava alzare la voce, dare un segnale.

L’espressa volontà amministrativa della maggioranza anacaprese è, prevedibilmente, assurta a notizia di valenza nazionale, generando grande dibattito.

In Tv, in radio, sui giornali non si parla d’altro. Ci si chiede ora che succederà e si attendono sviluppi.

Professoroni ed esimi scienziati si accapigliano sul reale significato dell’espressione “rottura formale dei rapporti istituzionali”: immersi in archivi polverosi sfogliano furiosamente manuali, trattati e testi medioevali, tentando di trovare un senso a tutto ciò.
 
Il Prefetto di Napoli, che è stato, altresì, informato di cotale accadimento, da giorni è chiuso nel suo ufficio, non dorme più, non mangia più. Rilegge la nota, ormai la conosce a memoria, ma non sa che fare: se informare il Ministro, chiamare l’esercito o chiamare la neuro.
 
I costituzionalisti, invidiosi di cotanto ardire giuridico, asseriscono trattarsi di una cagata pazzesca; bisognerà prima o poi dichiarare rompere i rapporti istituzionali anche con loro.
 
Ciò detto, sembra, allora, doveroso che tutti i cittadini si pongano a disposizione di questo lucido disegno e collaborino con l’Amministrazione per la Gloria di Anacapri.
 
Fornendo il proprio contributo al disegno che ben si cela sotto la “rottura dei rapporti”.
 
Tuttavia, sembra altrettanto doveroso che l’Amministrazione illumini i confusi, che vorrebbero mettersi a disposizione ma non che sanno bene cosa fare, e, cortesemente, illustri le conseguenze della solenne decisione: quali atti vi seguiranno, adesso cosa succederà, quali altre decisioni cadranno sulla testa dei cittadini dall'alto del Comune.
 
Perché da quaggiù, non si capisce proprio un cazzo.