Domenica 22 Novembre 2015 il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge per il salvataggio di quattro banche commissariate: CariFerrara, Banca Marche, CariChieti, e la Banca Popolare di Etruria e Lazio, della quale è vicepresidente Pier Luigi Boschi, padre del Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. 

La notizia non ha trovato spazio nei telegiornali mentre le testate nazionali hanno riportato la notizia in chiave positiva, in quanto, secondo una particolare prospettiva, si sarebbe giunti ad un'operazione che avrebbe salvaguardato posti di lavoro, i correntisti ed i detentori di obbligazioni ordinarie, tutto a costo zero per la collettività. Purtroppo è solo una visione parziale della verità e indorano la pillola ai lettori nascondendo la disperazione di chi aveva obbligazioni subordinate e titoli azionari e che domenica, nella distrazione generale, si è visto togliere tutto.

L'operazione brillante, capitanata da Banca Italia e approvata dal Governo, consiste, infatti, nel dividere le banche in questione in due parti: una chiamata "bad bank", ma che di fatto non è una banca, in cui vengono riversati passività e crediti non più esigibili, ed una seconda chiamata "good bank" dove vanno a confluire il patrimonio immobiliare, l'operatività corrente ed in generale le voci dell'attivo dell'istituto.

Per Decreto è stato deciso che la "bad bank" (che coloro che non amano i termini anglosassoni possono tranquillamente anche tradurre come "merda") è solo degli azionisti e dei detentori di obbligazioni subordinate, mentre la vendita di tutta la parte buona andrà a ripagare (e presumibilmente generare un buon guadagno) tre istituti di credito, Unicredit, Intesa San Paolo e Ubi, che per 18 mesi prestano liquidità  tramite un neo-costituito "Fondo di risoluzione Nazionale".

In questi pochi giorni hanno avuto il coraggio di dire che gli azionisti ed i detentori di obbligazioni subordinate avrebbero dovuto mettere in conto la perdita e che si tratterebbe del famoso "rischio d'impresa". Ma ciò è inaccettabile: solo per fare un esempio, la Banca Popolare di Etruria e Lazio è stata commissariata l'11 Febbraio 2015 poiché a seguito di verifiche da parte della Banca D'Italia emerse una gestione che aveva procurato «gravi perdite del patrimonio» a causa dell'erogazione amicale di crediti e fidi a persone che non godevano delle dovute garanzie. Tanti soldi che non sono mai tornati indietro e che ora sono accollati per intero ai risparmiatori dell'istituto nella "bad bank". Non si tratta di rischio d'impresa, ma di malaffare e non si possono trattare come speculatori i risparmiatori che non potevano essere a conoscenza dei brogli e delle "violazioni delle disposizioni sulla governance, carenze nell'organizzazione e nei controlli interni, nella gestione e nel controllo del credito, violazioni in materia di trasparenza" che sono stati notificati al Cda dell'istituto.

La cosa più giusta, ora, sarebbe garantire almeno dei warrant per tutti coloro che adesso stanno pagando il salvataggio di questi istituti commissariati, ovvero dei titoli che permettano ai risparmiatori di rientrare nella "good bank" nel caso di una rivalutazione della stessa: secondo il principio che le perdite non possono essere solo dei risparmiatori mentre i guadagni solo dei banchieri.

In questo quadro desolante sta emergendo che molte persone, anziane e non, sono state tratte in inganno da promoter finanziari che hanno tenuto nascosti i reali rischi delle obbligazioni subordinate (con violazione degli obblighi informativi e valutativi previsti dal T.U. di intermediazione finanziaria e direttiva mifid) ed hanno visto i risparmi di una vita persi. Solo di Banca Etruria si contano più di sessanta mila persone che hanno visto azzerate le proprie posizioni.

 

 

SI SEGNALA CHE LA FEDERCONSUMATORI INVITA I PICCOLI RISPARMIATORI COINVOLTI IN QUESTA VICENDA A CONTATTARLI PER LA DIFESA DEI PROPRI DIRITTI E ANNUNCIA UNA CLASS ACTION.

CONTESTUALMENTE E' PARTITO ANCHE UN COORDINAMENTO DAL BASSO RAGGIUNGIBILE SULLA PAGINA FACEBOOK https://www.facebook.com/classactionbancaetruria CHE HA GIA' RACCOLTO 130 NOMINATIVI E 22 MILIONI DI ESPROPRIO E CHE STA VALUTANDO DIVERSE STRATEGIE LEGALI, NELL'AUGURIO CHE SI POSSA FARE FRONTE COMUNE.

 

Alessandro Vinaccia.

 

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