Tre sono i principali protagonisti della politica caprese in vista delle imminenti elezioni amministrative.

Roberto Bozzaotre, vicesindaco uscente e frontman della Primavera. Nonostante la giovane età ha dimostrato di saper navigare nel mare della politica come i più esperti capitani, anche nelle peggiori tempeste. Gli obiettivi che si era prefissato insieme al suo gruppo erano sicuramente molto più ambiziosi di quelli poi raggiunti in questo quinquennio. E per questo si è preso un sacco di schiaffi in faccia da cittadini delusi e categorie imprenditoriali in difesa dei propri legittimi interessi. Tuttavia ha avuto il merito di prenderseli con dignità, senza scappare dalle strade e dai social, spiegando puntualmente i problemi e cosa stava facendo per cercare di superarli. È verosimile ritenere che quei 520 voti presi alle scorse elezioni, tra qualcuno perso e qualcuno guadagnato, siano sempre lì. Ha in più, alle spalle, un gruppo coeso in cui spiccano persone stimate e fedeli al progetto. Sicuramente non correrà per la carica di Sindaco, ma è la carta forte della Primavera.

Ciro Lembo, l’araba fenice. C’è stato un momento in cui sembrava politicamente finito. Senza più gli alleati della vecchia lista, da lui stesso precedentemente scaricati, né quelli confluiti insieme a lui nella causa della Primavera, vagava per le strade come un pugile stordito. Eppure, grazie a un lavorio costante e chirurgico, ha saputo prima richiamare a sé i suoi fedelissimi, poi ha ricucito lo strappo con gli ex-alleati e infine si è riproposto come l’uomo forte in grado di traghettare la vecchia guardia verso una nuova vittoria.

Marino Lembo. Egli non solo è l’uomo più votato, ma anche il politico da sempre più corteggiato di Capri. Sarà l’aria calma, i toni bassi, i modi cordiali, le parole mai fuori posto... Nel 2009 fu Marzio Lembo a fargli la corte. Persona stimatissima e rispettata da tutti, di grande spessore e preparazione, il buon Marzio aveva però il difetto di non essere tanto popolare, anzi, era additato per essere uno con la puzza sotto al naso. E in effetti, a differenza di tanti assassini, di lui certo non si poteva dire che “salutava sempre”. Così provò a convincere Marino a essere il suo candidato e per l’occasione pare che gli preparò una bella lista, di quelle che hanno all'interno i nomi giusti per poter vincere. Ma quando la cosa sembrava ormai fatta, Marino si tirò indietro, decidendo di restare fedele a Ciro, il quale avrebbe fatto il Sindaco altri 5 anni per poi cedergli la fascia tricolore. Marzio e i suoi restarono come i fessi. I nomi buoni si tirarono indietro e la lista che candidarono, già nelle premesse, non potè andare oltre il voto di protesta, così come quella di Costantino Federico. Come ben seppe sintetizzarle Ciro Lembo, forte della sua corazzata, le avversarie erano un “presepe”. A quelle elezioni Marino prese 603 voti. Il secondo classificato della lista, Gino Russo, sostenuto dalla potentissima famiglia Staiano, si fermò a 276, meno della metà.

Non sappiamo esattamente cosa avvenne dietro le quinte nei 5 anni che si susseguirono, quali furono le eventuali frizioni... Fatto sta che il ritorno alla casa coniugale di cinque anni prima, non fu premiato. Nel frattempo era nata una certa amicizia tra il gruppo dei giovani ex-Elce, Roberto Bozzaotre che aveva guidato la lotta al monopolio dei trasporti marittimi e Gianni De Martino. Da questi prendeva vita la Primavera, con l’obiettivo di spazzar via la politica degli ultimi 20 anni, ritenuta del tutto incapace di affrontare i problemi di Capri. E la Primavera certo non era un presepe, ma sarebbe stata in grado di sconfiggere un blocco rodato di politici affermati? Con Ciro, il Re di Marina Grande, sì, e quando questi propose il suo appoggio esterno, più quello interno dei suoi fedelissimi, fu il benvenuto. Fonti interne alla Primavera raccontano che a pochi mesi dalla fine del mandato, Ciro chiamò Marino e gli disse: “Perché non lo scegli tu il nuovo Segretario comunale, visto che tra poco sarai tu il Sindaco!”, per poi riunirsi in altre stanze ed esclamare: “che me ne fotte, se torna a cagnà!”.

Poi sappiamo tutti com'è andata a finire: Marino perse per un pugno di voti, mentre Ciro capì presto che il suo parere all'interno della maggioranza non era ritenuto poi così importante. La diaspora degli Zulù, non potè numericamente contare tanto da far passare Gianni De Martino in minoranza. E veniamo ai giorni nostri. Marino è ancora il più forte e chissà quanti elettori delusi dalla Primavera saranno tornati alla casa del Padre. Ma la scorsa sconfitta, la prima della sua vita, è stata scottante e sicuramente non vorrà riviverla. Un forte alleato lo farebbe dormire più tranquillamente. Ciro e la Primavera ormai si odiano a morte e sanno che se in una corsa a 3 hanno qualche chance, in una corsa a 2 vince chi sta con Marino. Grazie al lavoro di mediazione di Mariniello, Ciro sembrerebbe aver recuperato il vecchio matrimonio con Marino. Ma si sa che certe ferite sono difficili da cancellare. E intanto la Primavera ha messo gli occhi sullo stesso uomo, quello che ce l’ha più lungo. Lo ammicca e gli promette di meglio...

A questo punto la domanda è: cosa farà Marino, il futuro sindaco di Capri? Cosa riterrà meglio per amministrare in tranquillità? Ritornare con una moglie burrascosa che però, nonostante il rapporto altalenante conosce da una vita o lasciarsi andare a una nuova storia con una donna più giovane ma anche più enigmatica?

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