Questo diario nasce dall’esigenza di raccontarvi la mia storia, nasce soprattutto dal desiderio di condividere con voi le mie preoccupazioni e di spiegarvi il senso di incertezza e di solitudine che mi sono trovato a vivere nei giorni della mia positività al Covid-19, giorni che mi hanno visto completamente abbandonato dalle istituzioni che dovrebbero, teoricamente, gestire questa crisi sanitaria.

Day zero: mercoledì 14 ottobre 2020

Caro diario, se il buongiorno si vede dal mattino, la giornata di oggi non promette per niente bene. Al mio risveglio, leggo questo Whats’App: ”Ciao Daniè, ho ricevuto i risultati del tampone: sono positivo al covid-19.” Me lo manda un amico con cui, circa una settimana prima, avevo trascorso una piacevolissima serata. Non ci penso due volte: mi metto in isolamento domiciliare volontario e cerco di stilare una lista di tutte le persone con cui avevo avuto contatti fino a quel momento. Dopo numerose chiamate e svariati messaggi, riesco ad avere un appuntamento il giorno seguente per fare il tampone naso-faringeo.

 

Day one: giovedì 15 ottobre 2020

Caro diario, la mia giornata inizia veramente molto presto. Alle 6.30 ho già preso il primo caffè e corro a prepararmi perché alle 10.30 ho appuntamento a Napoli per effettuare il tampone. Sono pronto a partire ma, intorno alle 7.30, ricevo un’altra spiacevole notizia: causa maltempo, hanno sospeso alcune corse e non potrò mai arrivare a Napoli in orario per il mio tampone. Ci mancava solo questa. La solita sfiga ed il classico dramma di noi isolani. Un po’ irritato, mi arrendo e comunico a chi di dovere che, purtroppo, l’appuntamento deve essere rimandato al giorno seguente. Incrocio le dita, sperando che domani ci sia un mezzo che mi porti a terra ferma.

 

Day two: venerdì 16 ottobre 2020

Caro diario, finalmente ci siamo: oggi è il gran giorno, il giorno del tampone. La sveglia suona alle 6.30, caffè, doccia veloce, come il giorno prima, sembra un Déjà-vu. Scendo al porto per imbarcarmi il più presto possibile verso Napoli, poi dovrò recarmi a Pianura, sede principale dell’istituto Varelli, il laboratorio diagnostico privato dove andrò a farmi il tampone. Ho deciso così, perché se non me lo vado a fare privatamente, chissà l’ASL quanto tempo mi fa aspettare. Si sentono storie terribili di persone che da dieci giorni aspettano di fare il tampone per contact tracing o, comunque, attendono, invano, notizie. Penso a come sia sbagliato tutto questo: devo recarmi fino a Pianura per poter avere risposte, ma, credo sia meglio così, almeno posso capire, in tempi ragionevoli, se potrei mettere in pericolo le persone che mi sono vicine. Arrivo al laboratorio, mi metto in fila con altre dieci persone: è decisamente privo di senso mettere in fila dieci e più persone - probabilmente affette da Covid-19 - nello stesso posto e con un distanziamento inferiore ad un metro, ma questo passa il convento. Arriva il mio turno, entro in una stanza sterile, circondato da operatori sanitari rivestiti da testa fino a piedi con dispositivi molto simili a quelli utilizzati dall’ F.B.I sulla scena di un crimine. Mi fanno accomodare su una sedia, mi fanno aprire prima la bocca, inserendo questo tampone fino alla gola dopodichè, lo stesso, mi viene inserito dapprima in una narice e subito dopo nell’altra. Molto, davvero molto fastidioso. Mi congedano con un semplice: ”riceverà l’esito tramite email tra circa 48h.” Speriamo bene.

 

Day three: sabato 17 ottobre 2020

Caro diario, nonostante la fervida convinzione di essere negativo, resto chiuso in casa tutto il giorno, in attesa dell’esito del tampone… per fortuna a tenermi compagnia c’è la mia cara, vecchia, serie A!

 

Day four: domenica 18 ottobre 2020

Caro diario, ho appena scoperto che a casa si mangiano ravioli. A malincuore devo rinunciarci, continuo il mio isolamento fiduciario. Sono quasi sicuro che oggi non riceverò i risultati: sono passate le famigerate 48 ore ma è domenica, persino Dio si riposò. E invece colpo di scena, intorno alle 15, il mio cellulare squilla: ho ricevuto una mail dall’istituto Varelli. La apro con il cuore in gola e leggo: “ESITO POSITIVO PER SARS-CoV2”. Inizia il calvario. Non ci credo. Sono del tutto asintomatico. Chi se lo aspettava.  Ora devo preoccuparmi per chi mi è stato vicino: cerco di stilare una rete di persone con cui sono stato a contatto negli ultimi giorni, chiamo amici e parenti per comunicare l’esito del tampone. Penso a quanti giorni dovrò stare chiuso dentro. All’improvviso, mi sale un insopprimibile voglia di pizza. L’idea di essere, ormai, prigioniero mi fa pensare che se dovessi esprimere “l’ultimo desiderio”, oggi, sarebbe una pizza.

 

Day five: lunedì 19 ottobre 2020

Caro diario, iniziamo la prima giornata da malato Covid. Primo pensiero: comunicare la mia positività all’organo competente ovvero all’ASL ed al medico di base. Mi chiede come mi sento, gli rispondo che sto bene. Mi dice che, se accusassi forti mal di testa, dovrò prendere la Tachipirina 1000. Poi mi invita ad inviare una mail, elencando tutte le persone con cui sono stato a contatto nelle ultime settimane, per almeno 15 min. E’ un passaggio necessario per essere registrato dalla ASL come soggetto positivo e per far iniziare la trafila burocratica. Il cervello mi va in fumo, non è per niente semplice ricordarsi con chi ci si è incontrati.  Mando tutto ed inizia l’attesa.

 

Day six: martedì 20 ottobre 2020

Caro diario, non ho proprio nulla da raccontarti oggi.

 

Day seven: mercoledì 21 ottobre 2020

Caro diario, ho bisogno di inventarmi qualcosa per occupare il tempo. Ho già pulito casa, due volte, da cima a fondo. Purtroppo, abito in una casa di pochi metri quadri, non c’è troppo da fare. Faccio il cambio di stagione, svuoto il deposito, riempio il deposito, butto roba vecchia, metto la cera, tolgo la cera.

 

Day eight: giovedì 22 ottobre 2020

Caro diario, oggi ho fatto una scoperta allucinante: chiacchierando con i miei amici di sempre, persone che ho inserito nell’elenco nominato nella famosa lista inviata all’ASL, vengo a sapere che nessuno tra i soggetti segnalati è stato contattato per effettuare il tampone per contact tracing. Mi insospettisco ma decido di aspettare prima di richiamare l’ASL, magari è solo questione di tempo. Non voglio fare il solito cacacazzo.

 

Day nine: venerdì 23 ottobre 2020

Caro diario, stamattina ho chiamato l’ASL. Voglio sapere perché non era stata contattata nessuna delle persone che avevo segnalato. La risposta? Non sanno nulla di me, se non della mia positività. Non conoscono il mio indirizzo di casa, il mio codice fiscale, le mie condizioni di salute e in più, non sanno nulla sul mio secondo tampone “d’uscita”. Disperato, chiamo il Comune di Anacapri per cercare di avere qualche informazione in più. Tutto quello che mi viene detto è:  ”Hai sbagliato a farti fare il tampone a Napoli, non dovevi andarci”. Certamente, ma se aspettavo i tempi dell’ASL, di sicuro, stavo ancora aspettando (Del resto qualche settimana dopo anche il Comune sembra aver giustamente cambiato idea ed essersi affidato ai test privati quando ad essere sfiorata dal sospetto-COVID è stata l'amministrazione comunale).

 

Day ten: sabato 24 ottobre 2020

Caro diario, inizio a sentirmi abbandonato. Prendo sempre più coscienza del fatto che l’ASL non riesce a gestirla tutta questa situazione e si lava le mani di certe dinamiche. Ma io ho tanto tempo da perdere ed allora cerco di informarmi e capire, da solo, come muovermi. Il primo giorno utile per fare, nuovamente, il tampone "d’uscita” è lunedì 26 ottobre. Intanto, l'ASL non mi ha mai contattato, non mi ha mai chiesto se ho sintomi, se sono peggiorato, non mi ha comunicato chi o quanto dovrò aspettare. Non mi resta che organizzarmi da solo: chiamo sia l’istituto Varelli di Napoli sia il centro Checkup di Capri per prendere appuntamento per il prossimo lunedì ed effettuare il tampone, di nuovo, a mie spese.

 

Day eleven: domenica 25 ottobre 2020

Caro diario, ...!

 

Day twelve: lunedì 26 ottobre 2020

Caro diario, la giornata di oggi è stata davvero avvilente. Ho appuntamento alle 14:30 per rifare, privatamente, il tampone e di questo informo l’ASL. La novità è che, in caso di esito negativo, l’ASL non può ritenere valida la refertazione di un ente privato. Non capisco, per accertare la positività vanno bene gli enti privati, ma per la negatività no?!! Che senso ha? Provo a chiedere spiegazioni ma, in realtà, spiegazioni non esistono: sono disposizioni che si devono seguire e, intanto, io? Me ne devo stare zitto e buono, perché è così che funziona il sistema. Incazzato, attacco il pippone con i medici dell’ASL: inizio a rivendicare i miei diritti di cittadino, gli dico che non posso essere trattato come un numero. Chiedo, per capirci qualcosa, cosa risulta dalla mia scheda personale ASL. La risposta mi lascia senza parole: ancora oggi, non sono stato registrato nei loro sistemi, le persone segnalato non sono state contattate, e, soprattutto, non è dato sapere quando potrò rifare questo maledetto tampone.

 

Day thirteen: martedì 27 ottobre 2020

Caro diario, è proprio vero che l'isolamento amplifica le emozioni: oggi mi sono quasi commosso quando, all'ennesima telefonata, ho scoperto di essere, finalmente, nel database dell'ASL.

 

Day fourteen: mercoledì 28 ottobre 2020

Caro diario, una notizia mi ha rischiarato la mattinata e riacceso la speranza: in paese, si sussurra che l’operatrice che si occupa di fare i tamponi è in giro per Anacapri. Forse questo è il mio giorno fortunato. Alle ore 15:30, finalmente la tanto attesa telefonata: “signor Federico, si prepari perché stiamo venendo a farle il tampone.” Che sollievo, tampone effettuato! Non mi resta che attendere 48 ore per l'esito, sperando con tutto il cuore, che sia negativo.

 

Day fifteen: giovedì 29 ottobre 2020

Caro diario, niente di nuovo all’orizzonte… solo l'attesa, una trepidante, stressante, estenuante attesa …

 

Day sixteen: venerdì 30 ottobre 2020

Caro diario, sono, finalmente, trascorse le 48 ore previste per analizzare il tampone. Chiamo l'Asl per sapere se ci sono novità, ed, intanto, immagino che, ormai, gli operatori staranno giocando a freccette con una mia foto con sopra scritto Wanted: il tamponato più rompicoglioni di tutti. La risposta dell'addetto mi raggela: dice che non sanno chi mi deve dire se sono ancora positivo e che non sanno neppure come e quando mi verrà comunicata la notizia! Io, però, ormai ho studiato ogni virgola del nuovo DPCM, non ho altro che tempo: al 21esimo giorno dal presunto contatto, io posso comunque interrompere l’isolamento domiciliare. Ma rimango perplesso: proprio il medico mi chiede informazioni sul punto, mi dice che non ne era a conoscenza. Andiamo bene. Siamo tra il dramma e la commedia, sembra quasi un cinepanettone.

 

Day seventeen: sabato 31 ottobre 2020

Caro diario, sono in attesa dell'esito del tampone da 72 ore. Tento un'ennesima mossa disperata e chiamo l’ASL. Nessuno rispondo al telefono. Provo con il Comune di Anacapri: loro aggiornano il file sui contagiati residenti, qualcosa sapranno. E, invece, mi riferiscono che non è di loro competenza fornirmi i risultati del tampone: loro sono tenuti solo a compilare la scheda giornaliera dei positivi/negativi/guariti del giorno. Mi sento sempre più solo, qui tutti se ne lavano le mani mentre io, disperato, attendo.

 

Day eighteen: domenica 1 novembre 2020

Caro diario, non ce la faccio proprio più. Sono, ormai, diventato fatalista: il mio isolamento domiciliare durerà ventuno giorni e solo allora, con o senza tampone, potrò essere finalmente libero. Mi guardo in giro e cerco, disperatamente, qualcosa da fare: ma ormai ho una casa ordinata e splendente che renderebbe fiero Mastrolindo, ho quasi fuso la PlayStation. Mi rassegno ad un'altra giornata da vegetale. E, invece, intorno alle 12, succede quello che non ti aspetti. Mi chiamano dal Comune di Anacapri per dirmi, informalmente, che è arrivato l'esito del mio tampone: sono negativo al covid-19.  Esulto mentre indosso il giubbino. Aggià Ascì. Mentre sto varcando la porta, mi comunicano, però, che per poter uscire devo attendere la comunicazione ufficiale dell’ASL. Roba da far perdere la pazienza persino a Gandhi.

 

Day twenty: martedì 3 novembre 2020

Caro diario, ma tu hai capito. Se non fosse stato per quella persona che lavora al comune di Anacapri e mi ha gentilmente chiamato, io, a quest’ora, non avrei ancora nessuna notizia sulla mia negatività. L'ASL non ha ancora provveduto ad inviarmi la comunicazione ufficiale sulla mia negativizzazione. Ma io domani posso uscire. Sono da venti giorni in isolamento e, con il tampone negativo privato e dopo tre settimane dal contatto, posso considerarmi legittimamente autorizzato ad uscire di casa. 

 

Day twentyone: mercoledì 4 novembre 2020

Caro diario, finalmente libero. THE END.

 

Day thirty: mercoledì 11 novembre 2020. COLPO DI SCENA!

Caro diario,  non pensavo di scrivere ancora. Ma, oggi, mi è successa una cosa incredibile. E non so più cosa pensare di questa assurda esperienza da asintomatico ed isolato domiciliare gestita con la proverbiale efficienza all'italiana.

Oggi ho fatto il test sierologico, volevo controllare, non capivo, volevo la prova del nove della mia malattia. E invece? Risulto negativo, non ho neanche una mezza IGg o IGm, cioè gli anticorpi che NECESSARIAMENTE si trovano nel sangue di chi ha avuto il Covid, quantomeno nei primi mesi. E invece niente. Niente di niente. Neanche una piccolissima IGg a dimostrarmi che è valsa la pena impazzire per 21 giorni chiuso da solo in casa.  Non ci si sbaglia: non ho mai avuto il Covid, ero un falso positivo. I tamponi possono sbagliarsi ma se si facesse un tampone intermedio, si potrebbe avere un riscontro. Io, però, ne ho fatti soltanto 2 in 21 giorni. E questo è stato. Insomma, tutto inutile.

 

Rileggo la mia storia prima di chiudere la versione definitiva di questo articolo e mi rendo conto che sembra quasi una barzelletta. Sei solo e, ammesso che tu sia positivo, devi soltanto sperare di essere asintomatico, perché lo stesso trattamento riservato a me sarebbe stato riservato anche ai malati con sintomi, e lì sarebbe stato il vero problema. La verità è che, checché ne dica il buon De Luca, qua la sanità sta andando a rotoli, le ASL non sopportano il peso di una situazione così intricata. E a farne le spese sono i cittadini, i malati.

E mi chiedo come si può pensare di gestire una comunità durante una PANDEMIA MONDIALE in queste condizioni? senza coordinamento né personale? Come si può pensare di abbandonare un cittadino al suo destino e poi, chi vivrà vedrà? Come è possibile che anche una realtà così piccola come la nostra isola si trovi costretta a vivere e sopportare una situazione simile? Forse si poteva pensare di organizzare una collaborazione con un istituto diagnostico privato per mettere a disposizione un centro dove poter fare i tamponi, senza doversi recare a Napoli. A pagamento eh, chi va trovando niente. Però almeno si sarebbero alleviati i compiti che gravano sull'ASL, che avrebbe potuto concentrarsi sul contact tracing e sui controlli ai soggetti malati.

Eppure, c’è stato tutto il tempo necessario per prepararsi ad una nuova, già preannunciata, ondata di contagi ma, come al solito, ci ritroviamo sempre ad arrancare, a fare da scaricabarile su chi deve fare cosa.

Sono stati giorni duri, mi sono sentito davvero abbandonato a me stesso e a questo orribile virus, accompagnato unicamente dall’ansia di aver infettato qualche amico, qualche parente. Nessuna delle persone che ho segnalato è stata chiamata per fare il tampone del contact tracing, i 15 giorni dalla mia segnalazione sono passati e loro hanno terminato l’isolamento domiciliare, per fortuna stanno tutti bene. E oggi il mio calvario sembra finito, ma non auguro a nessuno di passare un solo secondo di quello che ho passato io.

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