Alle otto del mattino,
i posti di blocco ancora dormono.
I poliziotti, distratti, parlano al telefono,
mentre pochi lavoratori mostrano le generalità,
altri, saggiamente, sono rimasti a casa.
Siamo in zona rossa.
I negozi aprono solo per loro
eppure non pagherebbero nemmeno un caffè d’oro.
La zona rossa è il cuore antico dell’isola,
il centro storico di Capri,
dove l’albergo più illustre brilla
sotto la lente del potere.
Ora tutto è fermo, tutto è sorvegliato.
Cecchini sui tetti,
il cielo da un mirino è imbrigliato.
E sotto, nei sotterranei,
le delegazioni lavorano nel silenzio,
come topi che temono il ronzio
di un drone sul proprio destino.
Hanno scelto Capri
ma il mare li guarda male,
il vento li accoglie con freddezza.
E noi, in questo grande teatro,
non siamo che pedine
sul bordo di un sogno sorvegliato.
