La volta scorsa  si diceva che sono tempi magri per lo studio, questi. Le cause? Sono numerose: la società attuale che travolge con i suoi ritmi e le sue offerte di svago; la tecnologia che ha soppiantato il buon vecchio libro e la lettura (questo problema richiederebbe un capitolo speciale); il disinteresse verso le varie problematiche umane; il dissolvimento delle ideologie; l’ appiattimento culturale voluto dai poteri forti che usano certi canali televisivi per stordire il pensiero, offrendo in pasto falsi miti; la disattenzione di tante famiglie, la demotivazione e la superficialità di certi insegnanti, la mancanza di serenità con cui si considera e si progetta il futuro… Ecco: il futuro. Troppo spesso è un alibi. Che studio a fare? Tanti laureati sono disoccupati o sottoccupati… Perché non obiettare a questi falsi scettici che tanti laureati prima o poi incontrano il successo? Che un diploma o una laurea sono comunque e dovunque spendibili? Sembra di sentire quei tipi che si lamentano perché non vincono mai niente. Comincia a comprare il biglietto, mio caro, e poi ne riparliamo.

Ma torniamo alle famiglie. Tanti di voi meno giovani ricorderanno che tempo fa se si portava un brutto voto a casa o una nota del professore si riceveva una cazziata, una sberla, una punizione…Oggi tanti genitori sconsiderati reagiscono così: “ U prufessor, a prufessoress, a maestr tene a figl’m ‘ncopp all’ uocchie” Poi vanno al colloquio con il sadico o la sadica che maltratta la creatura e gliene dicono di tutti i colori. I più vili e incoscienti lo fanno alle spalle degli insegnanti, accusandoli di cattiveria davanti agli stessi figli. In tal modo i poveri servitori dello stato perdono in credibilità e rispetto e il disagio va comunque a colpire lo studente. ( Mio personale aneddoto: una volta il pronto intervento del mio collega vicepreside mi strappò dalle grinfie di una signora inferocita al cui figlio avevo osato appioppare un 2. A fine anno, quando constatò che il 2 aveva avuto un effetto benefico, spingendo la creatura a studiare e recuperare, mi chiese scusa).

Ho denominato questa II parte “I genitori”, ma avrei dovuto scrivere “le mamme”. Sono loro, infatti, nella stragrande maggioranza, che seguono i figli e le loro carriere scolastiche. Quelle che abitano in zone lontane dalla scuola si svegliano di buon mattino, accompagnano gli scolari e poi, se hanno un impiego, si recano al lavoro, altrimenti indugiano con le amiche in qualche baretto, dove possono sviscerare la vasta gamma delle problematiche che affliggono o rendono felice il nido familiare. Il rito si ripete all'uscita dalla scuola. Non è raro assistere alla scena della mamma premurosa che si assume sulle spalle il ponderoso zaino del figlio, anche per evitare pericolose ripercussioni sulla sua spina dorsale. E sono sempre le mamme, e sempre nella stragrande maggioranza, a recarsi a scuola per le varie incombenze: oltre l’accompagnamento, anche il colloquio con i docenti, le votazioni per gli organi collegiali, le varie riunioni indette per casi di interesse generale o per la preparazione di recite. Da anni continuo a sostenere che la presenza del padre, sia a casa mentre i figli studiano, sia soprattutto a scuola, è importante. Perché la mamma, si sa, è generalmente tenera quando si parla delle caratteristiche negative del figlio, soprattutto se maschio. Per impotenza, o per un senso di pietà, la mamma non assume adeguatamente un atteggiamento severo. Il padre, al contrario, esercita una funzione più rigida, cosa che influenza positivamente lo scolaro ribelle o in difficoltà con lo studio.

Si è accennato alle recite. In questo caso la mamma è impagabile: cuce, stira, si affanna alla ricerca di stoffe, accessori, oggetti vari, collabora con gli insegnanti, ascolta indefessa le numerose ripetizioni della canzoncina o della parte recitata, per poi arrivare esausta al giorno del grande evento. In occasione del quale è facile che assistano anche i papà, orgogliosamente addetti alle riprese video-fotografiche.

Vorrei narrarvi anche della figura dei docenti e della teoria del fagiolo nell'ovatta, ma ora è tardi, Vi do appuntamento a Lunedì 18, sempre su queste pagine web.  A presto.

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